Questa seconda intensa giornata di Visita ad Limina si è aperta con la messa nelle grotte vaticane, accanto alla tomba di San Pietro. È stato un momento molto intenso di preghiera per le nostre chiese marchigiane. Confessare insieme la fede recitando il credo in questo luogo così evocativo ci ha dato anche la forza di una giornata davvero piena di incontri.
Il primo è stato con il Dicastero dei Vescovi, confrontandoci sul cambio di prassi e di mentalità oggi necessarie in pastorale, potenziando la capacità di visione del futuro e di superamento dei particolarismi. Questo rinnovamento deve valorizzare, ci è stato detto, una bella caratteristica marchigiana: “in un tempo di ‘intelligenza artificiale’, le Marche hanno invece da sempre una grande ‘intelligenza artigianale’, cioè la comprensione delle cose che nasce facendole. Anche il rinnovamento della pastorale dovrà valorizzare l’intelligenza artigianale, che nasce dalla vita, perché la vita vale più dell’idea”.
Siamo poi passati al Dicastero della Dottrina della Fede. Ed abbiamo riflettuto assieme sul tema della catechesi, sulla fatica di passare la fede alle nuove generazioni, sulla necessità di un costante e rinnovato primo annuncio, che sappia parlare all’uomo di oggi. Senza un primo annuncio che fa vivere l’esperienza di incontro vero e personale con Cristo, la fede non fa quel salto di qualità indispensabile tra il sapere delle cose su Dio ed il vivere toccati e cambiati dalla comunione con Lui.
Non dobbiamo vivere “la religione degli sconfitti che cerca ovunque nemici da cui difendersi, ma la religione dei gioiosi testimoni di un incontro”.
La mattinata si è chiusa con l’incontro con il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Abbiamo ribadito come una vera e bella celebrazione determini molto la fede delle nostre comunità, perché la liturgia è potente e se vissuta forma o deforma l’uomo e le comunità.
Nel pomeriggio abbiamo incontrato il Dicastero per la Vita consacrata, condividendo la visione dei vescovi sulla importanza della vita consacrata e di come essere più vicini ed attenti soprattutto alle comunità monastiche e di vita attiva che affrontano momenti di prova e di mancanza di vocazioni.
Infine abbiamo incontrato la seconda sezione del Dicastero per la Nuova evangelizzazione, tornando a riflettere sulle iniziative che possono sostenere e potenziare la trasmissione della fede fra le generazioni. Ci siamo scambiati molte interessanti valutazioni in riferimento ad un mondo caratterizzato dalla globalizzazione digitale e dalla nuova cultura tipica dei giovani di oggi, i nativi digitali. Soprattutto verso di loro si rivolgerà il messaggio di speranza che sarà al centro del prossimo Giubileo del 2025.
+ Nazzareno Marconi