La Visita ad limina dei vescovi marchigiani. Dialogo schietto e prolungato col Papa
Insieme ai vescovi delle Marche abbiamo vissuto la “Visita ad Limina Apostolorum”, la visita alle soglie delle tombe degli Apostoli. Anche nei secoli passati i vescovi si recavano in pellegrinaggio a Roma, per pregare inginocchiandosi sulle soglie delle chiese dove erano custodite le tombe degli Apostoli di Gesù, in particolare Pietro e Paolo, di cui ogni vescovo è successore.
Questi pellegrinaggi comprendevano anche un incontro con il Papa, il primo successore degli Apostoli. Sono così diventati dei momenti di riflessione ecclesiale sul cammino delle Chiese locali, soprattutto con uno sguardo al futuro, condiviso insieme con il Pontefice e poi con i suoi collaboratori nei vari Dicasteri vaticani. Questa volta, molto più che in passato, questo nostro incontro con gli Apostoli Pietro a Paolo viventi con Dio, assieme a quello con i loro successori, il papa e i vescovi, viventi tra noi oggi, è stato profondamente comunitario. Non poteva essere altrimenti, in una Chiesa che vuol essere sempre più sinodale, una Chiesa che nel mondo e in ogni regione vuol camminare insieme.
È stato indubbiamente positivo ed arricchente che in una settimana tutti i vescovi delle Marche abbiano guardato insieme al presente e al futuro delle nostre Chiese, sotto molteplici punti di vista. Ciò che la Chiesa insegna; ciò che celebra; ciò che dona al mondo: dall’azione in favore dei poveri a quella di accoglienza ed accompagnamento all’incontro con Dio e con l’umanità di bambini, ragazzi, giovani, famiglie, lavoratori ed anziani. Ogni età della vita è preziosa per la Chiesa e mai, neppure da vecchi o da malati, le persone sono per noi meno importanti, o peggio, da scartare.
Su tutto si è cercato di condividere con il Santo Padre, in un incontro personale e molto schietto durato circa 2 ore, come dice il Concilio: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dell’uomo di oggi » , in particolare dei marchigiani e di quanti a vario titolo, sia provvisoriamente che in maniera più stabile, come tanti operai e studenti, vivono nelle nostre cittadine.
Il Papa si è mostrato attento e interessato su tutto, davvero partecipe della fatica di trasmettere la fede alle nuove generazioni che, come vescovi, è la nostra prima e più grande preoccupazione. Perché siamo certi che il mondo e quello giovanile in particolare, ha un gran bisogno della “ gioia del Vangelo” dell’Evangelii gaudium, per vivere nel bene e per operare bene. Tanta insoddisfazione, tristezza, costante lamentela, ha la sua radice più profonda in vite che si sono allontanate da Dio e dalla vita buona del Vangelo, e non riescono a ritrovare la strada di casa.
Dopo questo fondamentale incontro, mentre vivevamo altri appuntamenti e confronti con i collaboratori del Papa nei vari Dicasteri, abbiamo vissuto un momento di forte spiritualità. La mattina presto abbiamo concelebrato nelle grotte vaticane, sotto la Basilica di San Pietro, accanto alla tomba del Primo degli Apostoli. In questi mesi, entrando in San Pietro, si viene colpiti da una grande ed intricata impalcatura, che copre l’altare centrale della Basilica, attualmente in restauro. È stata la prima forte emozione: oggi la Chiesa cattolica è “in restauro”! È stata una bella notizia perché tutto ciò che è vivo e vuol accettare la sfida del tempo, deve necessariamente vivere momenti di profondo restauro. Noi 11 vescovi marchigiani, siamo passati sotto quell’impalcatura e siamo scesi più in basso, al livello delle fondamenta della chiesa, per celebrare assieme l’Eucarestia sulla tomba di Pietro. La Chiesa oggi necessita certo di un profondo restauro, ma le sue fondamenta sono sempre solide. Pregando il Credo insieme, uniti spiritualmente con tutta la nostra gente, abbiamo sentito nell’intimo e visto con gli occhi della fede che, pur se appare fragile e segnata dai secoli, la Chiesa ha però ancora tanta vita dentro.
Accanto all’altare delle grotte, su cui abbiamo celebrato, sta anche la tomba che fu di san Giovanni Paolo II che oggi riposa nella grande basilica superiore. Quella semplice tomba ora accoglie il corpo di papa Benedetto XVI, in un ideale passaggio di consegne che ha caratterizzato la vita di questi due grandi Papi. Mi sono ritrovato a pensare che gli apostoli passano, ciascuno con i suoi doni e la sua missione, ma la Chiesa di Dio resta e cammina nel tempo, anche un po’ sulle nostre povere spalle.
+ Nazzareno Marconi
Marconi: «Pregando il Credo insieme, uniti spiritualmente con tutta la nostra gente, abbiamo sentito nell’intimo e visto con gli occhi della fede che, pur se appare fragile e segnata dai secoli, la Chiesa ha però ancora tanta vita dentro»